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Blog, giochi di ruolo e campagne


Abbiamo iniziato una nuova avventura, intesa in senso lato e non in quello specifico: una campagna – oscura e tragica – con un gioco di ruolo fantasy. Pathfinder.
Abbinato alla campagna, è sorto un blog: non avevo voglia di impegnare questo blog con post e commenti strettamente inerenti il gioco, preferisco tenerlo come una finestra più ampia sul cortile del pianeta. Quindi c’è, a fianco dell’Anarchia, La Rovina delle Stelle, un blog interamente dedicato alle sessioni, alla campagna, al mondo di gioco, ai personaggi, ai giocatori… e al quale spero di non contribuire da solo (i blog monolitici possono diventare eccessivamente autoreferenziali).

In questo blog prenderò spunti da un altro prodotto del passato, pur se di brevissima durata: La Discesa Oscura, anch’esso un blog su una campagna di GdR, quella volta di D&D (non che Pathfinder cambi molto, eh… spero che sia meglio, quantomeno il sistema… difficile fare peggio), numerosi spunti anche di teoria del gioco e di… pareri da Game Master.

Insomma, vi tedierò anche con quel blog; ovviamente con quantità minore, ovviamente con temi “a senso unico”, ovviamente rivolti spesso ai giocatori (attendetevi qualche spunto narrativo). Ma i blog raddoppiano, per ora, nell’attesa che si unifichino su una nuova pagina. Svolta non distante. Promesso.

 
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Pubblicato da su 20 gennaio 2012 in Diari, Giochi di Ruolo

 

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L’Atlante di Smeraldo


Mi cimento con una non facile recensione letteraria, un po’ al di fuori delle mie competenze dirette ma senza dubbio ampiamente all’interno delle mie passioni.
L’Atlante di Smeraldo di John Stephens è un fantasy giovanile – nel senso che è per giovani – che sa parlare anche agli adulti; racconta le avventure di tre fratelli. Kate, Michael, Emma, abbandonati dai loro genitori in tenerissima età, con la promessa di far ritorno. Di mezzo, si capisce dalle prime pagine, c’è una profezia e un “signore oscuro” interessato a loro.
Si, un modello “potteriano”, con uno sviluppo da “Pullman”; questo non ne inficia la lettura e non riduce il piacere nell’addentrarsi tra le sue pagine, tutt’altro.
Il libro è tecnicamente ben costruito; la trama, pur abbastanza lineare, è indubbiamente resa avvincente dall’intreccio di diversi piani temporali. Seguirli e ricostruirli, a fine libro, tenerli a mente, durante la lettura, sono sfide non semplici; Stephens ne esce bene, con qualche soluzione originale su un impianto tutto sommato classico, comunque sempre godibile.

Si tratta di un romanzo classicamente fantasy, scritto per un pubblico giovane e che vede dei ragazzini come protagonisti. Non esclude temi più maturi, soprattutto connessi al dolore, ma neppure li approfondisce; è un Harry Potter “prima maniera”, il più genialmente bello della saga a mio parere. Anche senza dover fare confronti, si tratta di un fantasy valido, divertente – l’ironia è non solo nei personaggi ma anche e soprattutto nella mano dell’autore – ricco di spunti, anche classici: ci sono magia e nani, mostri oscuri e streghe, viaggi nel tempo, oggetti magici e oscure profezie.
Suona a volte come un romanzo confezionato a tavolino, mischiando elementi di successo, andando sul sicuro: forse è così ma la sua costruzione non danneggia il piacere della lettura. Tanto basta, secondo me.

L’influsso cinematografico-televisivo (Stephens è uno sceneggiatore) si avverte e non stona con la velocità del libro, il succedersi delle scene, i colpi a sorpresa che modificano la trama, la non-linerarità dei flussi temporali, tutto concorre a rendere il romanzo meno prevedibile di quanto ci si potrebbe aspettare e, anche dove scorre con più linearità, ugualmente interessante.
Merito, probabilmente, dei personaggi che, anche se ricalcano alcune figure già viste – Harry Potter, Gandlaf/Silente/il-solito-mago, la bella cattiva (con sfumature alla Bellatrix!), il buon guerriero dei boschi, un po’ Hagrid, un po’ Aragorn – hanno un loro taglio: profondi quanto serve, credibili, godibili, è facile stringere con loro un legame simpatetico. Ci si affeziona, a dirla breve. E, secondo me, qualche lacrima sul finale ci può anche stare.

Per concludere: l’ho divorato in meno di tre giorni e avrei finito molto prima se non fossi stato in giro per Roma. Staccarsi dalle pagine è difficile, c’è voglia di sapere come andrà a finire; non mi accadeva da tempo. Solo per questo lo consiglio. Vi avverto: si tratta di una probabile saga, I Libri dell’Inizio. Ne verranno altri, ne sono sicuro…
Non è certo il miglior libro della storia ma credo meriti uno spazio nelle biblioteche di ciascun cultore del genere. Dategli almeno un’occhiata, valutatelo, se serve stroncatelo. A me è piaciuto.

 
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Pubblicato da su 6 gennaio 2012 in Diari, Libri

 

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Raccontare il fantasy – ispirazioni da giocatore di ruolo


Mi sono rimesso a scrivere, dev’essere colpa della tesi – o del ginocchio.
Il fatto è che l’ispirazione iniziale giaceva da tempo tra i ricordi ma solo la recente campagna molto fantasy ha dato qualche spunto in più per l’avvio della trama.
Non so ancora cosa pensare di quel che scrivo, in verità; devo capire se sono tagliato per scrivere – inutile dire che mi piacerebbe – e su cosa dovrei lavorare per migliorare.

Il primo capitolo è scritto, lo pubblicherò qui tra qualche tempo… quando sarà quantomeno pubblicabile. Per stasera godetevi solo l’anteprima, i due paragrafi iniziali (e macabri, ma andrà peggio proseguendo… tranquilli!).
Trattasi di un fantasy molto classico, forse troppo: avrà accenni di differenziazione più avanti, tranquilli. Ce ne sarà per tutti.
E avrete il vostro ruolo nel rileggere e nel commentare quel che pubblicherò, tranquilli. Un blog serve proprio a questo.

I

I banditi e l’oste

Guardiavalle

Il rumoreggiare deluso della folla lasciò poco compiaciuto il boia; era stato troppo abile con i nodi e l’esecuzione era durata sicuramente troppo poco. Il collo del con­dannato aveva ceduto al primo strattone, con uno STOCK udibile sopra il vociare soffuso della piazza, lasciando il corpo penzoloni. Nessuno scalciare, nessuna agita­zione in preda al panico del condannato appeso; nessun pathos nel pubblico, nes­sun urlo o commento. Un breve colpo efficace prima della fine, un’esecuzione pre­cisa e seria, purtroppo per nulla spettacolare. La folla amava assistere al dibattersi del condannato.
Lord Dantalion, l’osservatore del Consiglio, non aveva emesso un suono, ma se ne capiva un tenue disappunto. Probabilmente il notabile non aveva mosso un singolo muscolo ma il boia ne aveva percepita la delusione come un brivido leggero lungo il collo. Tuttavia la dimostrazione di competenza che aveva appena messo in campo tranquillizzava il massiccio uomo, che stava ora di fianco alla forca, braccia con­serte, in attesa che la folla iniziasse a smobilitare. Ci sarebbe voluta ancora una mezz’ora, durante la quale qualche sporadico manifestante avrebbe insultato il ca­davere, scagliando magari ortaggi marci assieme agli epiteti da osteria. Le famiglie stavano già lasciando la piazza, lo spettacolo vero era finito. Nonostante la giornata invernale fosse gelida, avevano assistito all’esecuzione più di trecento persone, va­lutandole a occhio, una porzione non indifferente degli abitanti del villaggio.
Smontare tutto dopo che il rapido defluire della folla lo lasciava sempre stremato, perché i ragazzi lavoravano con molta meno energia; la festa era finita e con essa il brio e l’anticipazione. Lo attendeva un pomeriggio di duro lavoro.

Elmiri Dantalion mantenendo lo sguardo fisso sulla folla che s’era zittita quando il boia aveva dato mano alla botola, facendo precipitare il traditore verso la morte. Voleva evitare di dimostrare tutto il disprezzo che provava per quel cumulo di voci, umori, odori e arti difformi, ineleganti; gli ci volle tutto l’autocontrollo di cui era ca­pace per non lasciar trasparire nulla dei suoi sentimenti. La sfinge del Consiglio non poteva lasciarsi sfuggire un solo muscolo, non in quelle condizioni. Avrebbe voluto poter arricciare leggermente le labbra in un sardonico sorriso, osservando compia­ciuto il ragazzo lasciare questo reame lentamente, dibattendosi e soffrendo ogni istante, ma non era stato possibile. Rassegnarsi era l’unica via ragionevole, non po­teva avere quella piccola soddisfazione. Ne avrebbe avute altre.
L’esercito dell’Umbar si trovava a non più di due giorni di distanza: era un vero esercito, con tanto di viverne, draghi e strutture d’assedio, non le piccole truppe di ricognizione di Guardiavalle, miseri umani impotenti di fronte alla forza militare di uno stato che stava erigendo un nuovo impero. Quell’impero sarebbe stato edifi­cato su ossa umane, non c’era dubbio, e Dantalion era desideroso di contribuire unendosi alla causa del vincitore. Non tutti nel Consiglio la pensavano come lui, ma al momento opportuno avrebbero chinato il capo innanzi alla maggior forza dell’Umbar. D’altronde, che altre scelte poteva avere una piccola rocca di confine, indipendente e  governata da un consiglio di mercanti ed ex mercenari? La piccola accademica magica di mastro Lotus era poco più di un gruppetto di personaggi pit­toreschi e in continua lite tra loro per questioni ben poco reali. Le guardie cittadine si occupavano più di ubriachi, mentre le truppe più addestrate – quelle che sorve­gliavano davvero le mura del passo e che rendevano Guardiavalle un valico difficile da superare con la forza – erano fedeli a quei membri del Consiglio più favorevoli all’Umbar. Dantalion non era affatto l’unico a vedere enormi vantaggi nel cedere il passo alle truppe di Vora Kelm.


“Lascialo appeso. Che vedano i corvi al lavoro su un traditore”.
Il boia annuì a Dantalion rimanendo in silenzio.
“E toglili il cappuccio”.
Quest’uomo ha gusti macabri, veramente macabri.
Il pensiero si affacciò per un istante nella mente del boia, ma era un professionista della morta e aveva assistito a esecuzioni ben peggiori. Insistere sul corpo privo di vita non avrebbe potuto nuocere al suo possessore, ormai, e sicuramente avrebbe dissuaso qualche emulo della resistenza a farsi avanti.

Certo, c’era la possibilità che il corpo rimanesse dissacrato e l’anima non trovasse riposo, non potesse riprendere il suo ciclo. Tuttavia preoccuparsi di queste cose era materia da sacerdoti, non da esecutori. Il boia gridò un paio di insulti ai suoi ragazzi di fatica, dando poi le istruzioni su come smontare il patibolo senza rimuovere  palo, corda e cadavere, che dovevano rimanere al loro posto.
In città avrebbero avuto una settimana interessante e il messaggio per la resistenza sarebbe stato abbastanza chiaro.

 
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Pubblicato da su 2 ottobre 2011 in Curiosità, Libri, Sproloqui

 

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[Letture 3] Lista dei desideri…


Altro post a carattere personale, perdipiù estremamente breve.
Stasera ho creato la lista dei desideri su Amazon; pensavo di farne uno strumento per il mio compleanno ma mi ha aiutato non poco a mettere ordine nell’elenco dei miei desideri, soprattutto librari. Sono veramente troppi…

Ho inserito libri di storia, soprattutto contemporanea, pescati dalle liste degli esami, dalla bibliografia di altri testi, da autori di cui mi son piaciuti altri libri. Ho inserito un po’ di letteratura fantasy, ma neppure troppa. C’è un po’ di King, giusto un accenno. C’è moltissima storia del Concilio Vaticano II.
si, sono matto… lo so…

Che altro? Vedremo se servirà, di più non saprei cosa dire. Comunque, se leggete il post e volete farmi un regalo, vi consiglio di ordinare la lista in ordine di priorità!
Doppia versione: quella in italiano e quella per i libri in inglese (.com).

Buona settimana a tutti!

 
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Pubblicato da su 27 giugno 2011 in Diari, Libri

 

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