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Archivi categoria: Poesia

Funkestein: musica savonese alla ribalta


Non mi sono quasi mai occupato di musica sul blog – è noto ormai che io ascolti perlopiù Baglioni – ma oggi farò un’eccezione, del tutto savonese.Racconterò qualcosa dei Funkestein, brevemente perché preferisco lasciar parlare la loro musica.

Per quanto non sia un intenditore musicale – e a dire il vero abbia un orecchio pari a quello di un coccodrillo sordo – raccontare di un gruppo savonese che si affaccia con una produzione propria, e gratuita, rappresenta una interessante diversione dai temi solitamente noiosi e permalosi del mio blog.

Panissa Funky, album e brano centrale, prendono il nome da un piatto locale, geniale, gusto e, soprattutto, fritto. Tradizione savonese al centro dell’intero percorso musicale, verrebbe da dire mentre si ascoltano i brani, perché è proprio di Savona che raccontano nei passaggi.
Musicalmente, come dice una recensione online, è un gruppo che “si dedica ad un funky rock sporcato da influenze blues, latin e swing“: una sonorità che risponde tutto sommato alla natura multiforme delle città di mare.
I testi, poi, raccontano veramente di questa città e dei suoi abitanti: c’è spazio per sorridere – belin! – per riflettere, passando da un brano all’altro. Citare sia il Letimbro, torrente savonese, ricordare la farinata di ceci e raccontare della generazione dei trent’enni in un unico album non è cosa da poco.
Ne risentiremo parlare, mi auguro, perché narrare – e cantare – la propria terra è cosa buona e giusta. Per questo vi invito anche ad ascoltarli, partendo dal myspace, che contiene i brani del primo album.
Buon ascolto… e buon commento!

 
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Pubblicato da su 14 marzo 2012 in Curiosità, Poesia

 

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La strada non presa


Two roads diverged in a yellow wood,
And sorry I could not travel both
And be one traveler, long I stood
And looked down one as far as I could
To where it bent in the undergrowth;

Then took the other, as just as fair,
And having perhaps the better claim
Because it was grassy and wanted wear;
Though as for that the passing there
Had worn them really about the same,

And both that morning equally lay
In leaves no step had trodden black.
Oh, I kept the first for another day!
Yet knowing how way leads on to way,
I doubted if I should ever come back.

I shall be telling this with a sigh
Somewhere ages and ages hence:
Two roads diverged in a wood, and I—
I took the one less traveled by,
And that has made all the difference.

Robert Frost

Suona più o meno così, in italiano:

Due strade si separavano in un bosco ingiallito
e dispiaciuto di non poterle percorrere entrambe
e dispiaciuto di essere un solo viaggiatore, a lungo le fissai
e voltandomi indietro a ne guardai una fino a che fu possibile
là tra gli arbusti dove svoltava.

Poi presi l’altra, com’è giusto,
e aveva forse le migliori caratteristiche
perché era erbosa e poco segnata;
anche se il passar della gente
le aveva segnate circa allo stesso modo

e in quella mattina nessuna delle due mostrava
l’impronta nera di un passo sull’erba.
Oh, la prima la lasciavo per un altro giorno!
Eppure sapevo che una strada porta a una strada,
dubitavo che mai sarei tornato indietro.

Questo racconterò con un sospiro,
da qualche parte tra molto, molto tempo;
due strade si separavano nel bosco e io…
io presi la meno battuta,
e questo ha fatto tutta la differenza!

E’ dedicata a chi la sua strada l’ha scelta e ha deciso di scoprire dove porta. A chi, fra molti anni, questa sua scelta la racconterà attorno a un crepitante fuoco da campo, a un camino, a un piatto di minestra.
Perché avere il coraggio di scegliere una via e condurla a destinazione è più importante di quale strada abbiamo scelto.

Buona strada!

 
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Pubblicato da su 23 settembre 2011 in Diari, Poesia, Sproloqui

 

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Sperimentazione


Misuri il mondo in numeri e simboli                                                                         Successo

Pareri d’altri risuoni
limpidi

Successo

Scaltrezza, sociale, inganno                                                                                        Gruppo

(NON

Insieme)

per essere                                                                                                        accettato, accolto, assimilato

integrato

Non saremo – non vorremo
no, non verrò!

Suono                                                                                                                                          Scrivo
lontano                                                                                                            lontano

Il controcanto costruisce ciò che cerco/voglio
il vero essere è mio
non di parole altrui, non di contraccolpo

Fallimento                                                                                                                                  Successo

Che importanza hai agli altrui sguardi?

                                                      Canto io                                        Canti tu

È vuoto, è silenzio

quel che dicono

In verità la parte difficile è stata incollare queste righe sul blog; la formattazione di Word non aiuta…
veniamo al testo, però. Ho ripreso a scrivere qualcosa che non siano spunti per racconti, tesi e post sul blog. Penso si tratti di qualcosa di simile a una poesia sperimentale, un tempo l’avrebbero chiamata d’avanguardia! Non sono soddisfatto dell’esito formale e nemmeno del tema. Non sono soddisfatto ma pubblico lo stesso il testo perché merita quantomeno uno sguardo e, se possibile, qualche commento.
Non emerge da una profonda ricerca personale e non è l’esito di un processo di sintesi passato attraverso numerosi testi. E’ quel che ha generato una mente che aveva perso l’abitudine a esprimersi per via poetica e che sta provando a ripartire. Non è detto ce la faccia, ovviamente.
non mi piace formalmente forse perché è troppo sperimentale. Elimina buona parte di quel che ho sempre ritenuto poesie e lascia un certo gusto… impressionista, a mio modo di vedere, Condensa in parole e impressioni quel che c’è da dire.
Non mi piace il tema perché non è particolarmente originale. Tuttavia, questo è. Se non scrivo, non mi misuro con i miei limiti; se nessuno legge, mi misuro solo con me stesso. L’unico modo per crescere è esporsi al giudizio altrui.
Insomma, buona lettura.

Ne approfitto per dirvi che, causa menisco & esame vicinissimo, fino a dopo il 25 avrò poco tempo da dedicare al blog: non credo ne soffrirete troppo ma vi avverto.

 
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Pubblicato da su 14 settembre 2011 in Poesia

 

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Poesia – due


A quanto pare, poetare va ancora di moda. Credo si tratti un po’ dell’effetto “letteratura italiana” ma sto estraendo dal cilindro un po’ delle mie vecchie poesie. Probabilmente dopo il weekend ne pubblicherò un’altra, dalla seconda – incompiuta – raccolta.
Se Requiem era triste, questa non è allegra. Dopotutto le opere di quella raccolta hanno quest’impronta; son si giovanili ma non per questo gioviali.
Vi lascio allora a riflettere su questi testi; spero che possano dire qualcosa non solo a me ma anche ai lettori peregrini.

 

Le prove dell’arcana sapienza
celiamo al mondo dei mortali
e racchiudiamo negli scrigni del sapere
le antiche leggende
o i progetti che saranno;
lenta, logora la carta
la pioggia e la luce della Luna,
ancor più sottile,
filtra attraverso un chiavistello incantato
sui rotoli di parole ora trascritte.
Così svanisce ciò che bramiamo,
una lenta dissolvenza
come di musica di liuto
da un suonatore in cammino che,
solerte, lascia la piazza
al prossimo numero.

 

 
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Pubblicato da su 29 luglio 2011 in Poesia

 

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Poesia – l’inizio


Ho scritto più poesie di quante ricordi, anche se sembra strano. Nel preparare letteratura italiana – si, l’ultimo esame, poi la laurea! – mi è tornata l’idea di farne qualcosa. Nel dubbio che siano vere schifezze – probabile, diciamolo – inizio a pubblicarne qualcuna qui.

Si tratta di testi abbastanza vecchi, risalgono ai primi anni del secolo/millennio, alcune addirittura al ’98-’99… ma sono una lettura interessante. Ho già messo da parte una raccolta intera, “Rotte di Viaggio”, che ha una sua organicità, a ben vedere. Non so, in realtà, quale valore artistico possano avere… quindi non tiratevi indietro con i commenti. E con gli insulti!

Oggi vi lascio Requiem, uno dei pezzi che mi piacciono di più; confido nel vostro buongusto!

Requiem

Stasera, bara e coperta
dei miei sentimenti, ho udito
lo schiocco d’un androne
chiudersi. Altri non era
che l’anello estremo d’una catena
lontana che s’apriva, svincolandomi
d’ogni futura riscossione.
Volare libero (sogno d’altrui giovinezze-
infanzie straziate ed ignoranti
della Verità)
m’è dato, sul nulla.
E il vento scuote e smuove
le mie ali di torpide piume giallogrigie,
altrimenti serrate d’un’unica morsa,
che non voleva dischiudersi.
E’ l’istinto l’aspetto più forte di me,
la conservazione sconfigge l’amore.

Ti sembra giusto?
Come tu, dimentica, domandi cosa fare
alla tua immagine, giacendo sognata
d’altri, io contorco
spirito e corpo in uno spasimo
d’ultima rena, quasi lasciata
alle Furie. Non mi giunge la risposta,
se non arcana, nel sottile
vento d’autunno che trascina via
l’ultimo caldo. E’ l’inverno,
stagione-mito e proiezione
del mio cuore d’oggi, che vedo
lontano tra le nubi comicamente
fosche sui monti e le ombre
grigioscuro d’asfalto passito.
La fine è così vicina.

 
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Pubblicato da su 27 luglio 2011 in Poesia

 

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